
titolo: L’amante di Lady Chatterley
autore: D.H. Lawrence
Libro più che famoso, libro scandalo al momento della sua prima pubblicazione a Firenze nel 1928 in “edizione privata”, bandito dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti, riabilitato solamente negli anni sessanta nella patria dell’autore.
L’ho letto la prima volta durante l’adolescenza e lo ricordavo anche io come “scandaloso”. Riletto a trent’anni e con un decennio di “oscenità in TV” alle spalle, devo dire che fa meno effetto, anche se ci sono dei passaggi che mi ha fatto molto piacere leggere da adulta, con la differenza di età infatti sono riuscita ad andare oltre la “storia d’amore”. Lawrence delinea contrasti: Clifford di famiglia aristocratica, marito mutilato dalla guerra concentrato su sé stesso e sulla sua industria-macchina da soldi, il guardiacaccia Mellors figlio del popolo, l’amante, schivo e solitario tanto da apparire antipatico e scontroso, legato intimamente e con forza alla natura, che, quasi contro il suo volere, lascia a Connie-Lady Chatterley lo spazio per aprire un varco e riportarlo ad avere una relazione: “Credevo di aver chiuso con certe faccende e invece ho ricominciato” – “Ricominciato cosa?” – “A vivere, è la vita, non c’è verso di tenerla a bada. E se ci si riesce, tanto vale morire. Per cui, se era destino che ricominciassi, così sia.”
Lasciamo entrare nella nostra vita la passione, che sia amorosa o di altro tipo, lasciamole un varco.